Strafalcioni su WiMAX

Un’intera pagina di La Repubblica di oggi dedicata al WiMAX. Com’è ormai d’abitudine, ecco puntuale lo strafalcione:

La velocità del sistema può arrivare a 75 M/bit al secondo. In pratica, un Dvd completo si trasmette in pochi secondi.

In realtà per trasmettere un dvd, singolo strato, singola faccia, a quella velocità servono oltre 8 minuti.

PC Professionale ignora Linux

PC Professionale continua ad ignorare Linux. Ho acquistato il numero di gennaio 2007 e lo sfogliato tutto. Nessuna traccia di Linux, eppure mi ricordo che in qualche numero passato c’era una sezione Linux, anche se striminzita.

Una rivista di qualità che si definisce indipendente, dovrebbe avere più attenzione per i sistemi non-windows. Oppure essere coerente e chiamarsi in un modo diverso, qualcosa del tipo Windows Professionale.

Però, sapendo che l’editore Mondadori pubblica i libri di Microsoft Press, mi viene il dubbio che la scelta Windows-only sia in qualche modo imposta. 😉

Da Fedora ad Ubuntu: primi intoppi

Ubuntu Logo.Avevo pensato di installare Ubuntu 6.10 sul portatile, in sostituzione del Fedora Core 6. Ma prima di fare il grande passo ho fatto un po’ di pratica con vmware. Ebbene, mi sono accorto che Ubuntu 6.10 ha il kernel 2.6.17, mentre la mia Fedora ha la 2.6.18. Questo significa che non posso far funzionare l’adattatore wifi Digicom USB Wave 54, il cui driver è stato incluso nel kernel solo dalla 2.6.18.

Pazienza, passaggio rimandato, intanto continuo con vmware.

Passare ad Ubuntu?

Ubuntu Logo.Dopo anni di fedeltà a RedHat Linux e poi a Fedora, sto meditando di passare ad Ubuntu. Le statistiche dicono che Ubuntu è la distribuzione più usata e quella a maggior crescita. Tutti ne parlano bene. Mi sono detto: dev’esserci un motivo.

Allora, per provare, ho installato la 6.10 su vmware, che tra l’altro supporta Ubuntu e non supporta Fedora, e ne sono rimasto impressionato.

Per cominciare, il fatto che il dvd di installazione sia una distribuzione Live installabile permette di testare subito la compatibilità dell’hardware e decidere poi se installare.

Poi l’installazione è veramente semplice, eppure quella di Fedora mi sembrava già molto semplice.

La procedura di aggiornamento è poi comoda è veloce, non devo stare a configurare repository ulteriori (livna, atrpms, ecc.), è già tutto pronto. Una bella comodità.

Quasi quasi provo ad installarlo su portatile, magari mi faccio un po’ di spazio tra Fedora e Winzozz, anzi, potrei sovrascrivere proprio winzozz.

Evince vince

Logo PDFCon Fedora Core 6 ho riscoperto Evince. Evince è un visualizzatore di documenti PDF, l’equivalente Open Source di Adobe Reader. Perché usare Evince quando c’è Adobe Reader?

Evince visualizza correttamente i PDF allo stesso modo di Adobe Reader, in più è molto più veloce, è ben integrato in Gnome e, infine, è Open Source.

Un controller USB MIDI con Linux

Wolfgang TuxL’amico Peter ha acquistato un controller USB MIDI, una tastiera musicale, precisamente una M-AUDIO Keystation 49e. Ha una tastiera da 49 tasti, sensibili al tocco. E’ dotato di interfacce midi e usb e può essere alimentato via usb o con apposito alimentatore. Dispone anche di una presa per il pedale del sustain. Peter è stato così gentile da farmela provare con Linux.

L’ho connessa al mio portatile ed è stata immediatamente riconosciuta da Fedora Core 6. Ho poi installato Rosegarden, un sequencer midi e audio, nonché editor di spartiti. E’ considerato l’equivalente di Cubase per Linux. L’ho installato con yum:

yum install rosegarden

Rosegarden ha subito riconosciuto la tastiera come dispositivo di ingresso midi. Purtroppo non riuscivo a sentire alcun suono, anche se riuscivo a registrare quello che suonavo con la tastiera. Dopo alcune ricerche ho scoperto che mi serviva un sintetizzatore software. Ho optato per con timidity++. L’ho installato e lanciato in questo modo:

yum install timidity++
timidity -iA -Os -B2,8 --reverb 0 --realtime-priority 1

Dopo aver lanciato timidity, Rosegarden l’ha riconosciuto come dispositivo midi di output ed ho potuto finalmente suonare la tastiera.

Viva Chile

Bandiera del CileFinalmente una bella notizia. L’ex dittatore Pinochet è morto. Purtroppo è morto in un letto di ospedale e non in una cella o con un colpo di pistola, come avrebbe meritato. Mi unisco a tutti i cileni che hanno aspettato 33 anni questo momento e stanno finalmente festeggiando.

La decrescita felice

Quest’anno niente regali di Natale. Di comune accordo con nonni e zii, abbiamo deciso che per questo natale rinunciamo a scambiarci i tradizionali regali. Ovviamente sono esclusi i bambini, che non sarebbero in grado di comprendere una scelta del genere e rimarrebbero delusi.

E’ un modo per aderire allo spirito della decrescita felice, che si può riassumere in “non comprare se non ne hai bisogno“. Ne giova il portafoglio e ne giova la salute, minata dallo stress che si accumula nella spasmodica ricerca del regalo giusto. Inoltre, una parte dei soldi risparmiati saranno destinati a qualche iniziativa benefica, a vantaggio chi invece ha bisogno di aiuto.

Truffa con Pagobancomat

Un mio amico è rimasto vittima di una truffa con il Pagobancomat, con una modalità nuova che non conoscevo. E’ successo Pordenone. Ecco come agiscono i truffatori.

Simulando un furto oppure con la complicità di qualche commesso, si introducono in un negozio e manomettono il POS, il terminale che legge i bancomat e le carte di credito. La manomissione consiste nell’inserire all’interno un piccolo chip. Il chip cattura le informazioni trasmesse dal POS, in particolare i dati del bancomat e i codici PIN. Queste informazioni vengono quindi trasmesse via radio, sempre dallo stesso chip.

I malviventi si appostano nelle vicinanze del negozio e con ricevitore radio collegato ad un portatile raccolgono tutte le informazioni trasmesse dal chip.

Le informazioni raccolte vengono poi utilizzate per clonare i bancomat.

Dopo alcuni giorni, i truffatori eseguono tutti i prelievi possibili utilizzando le carte clonate, nel giro di poche ore, possibilmente sfruttando dei complici all’estero. In questo modo le autorità non hanno il tempo di bloccare tutti i bancomat clonati.

E’ chiaro che davanti a questa truffa noi utenti del bancomat possiamo fare ben poco. Probabilmente i negozianti devono adottare delle misure di sicurezza adeguate, come mettere i POS in cassaforte o sigillarli.