dpkg, il gestore dei pacchetti di Ubuntu, è simile a rpm, il gestore di Fedora, con qualche differenza. Oggi una di queste mi ha fatto penare.
Se per un qualunque motivo rimuovo un file di configurazione, con rpm (o yum) è sufficiente reinstallare il pacchetto per riavere il file di configurazione, almeno nella forma non modificata.
Con dpkg (o apt-get) non è sufficiente. Prima devo rimuovere il pacchetto con il comando purge, poi devo reinstallarlo. La semplice rimozione e installazione o l’installazione con -l’opzione –reinstall non installano i file di configurazione mancanti.
hai provato con –force?
Il motivo è che anche l’assenza di un file di configurazione è considerata da dpkg come un intervento fatto dall’amministratore con uno scopo preciso.
Del resto, se il file di configurazione era nel pacchetto originale ed all’atto della disinstallazione (fatta senza –purge) quel file non c’era più, che motivo può esserci se non che qualcuno l’ha cancellato di proposito? Per questo motivo alla reinstallazione del pacchetto non viene ripristinato.
Se invece usi –purge, dichiarando che non vuoi mantenere eventuali tue modifiche fatte ai file di configurazione, allora alla successiva reinstallazione il pacchetto verrà ripristinato con la configurazione di default.
I file di configurazione di Apache, per citarne uno, possono avere una struttura molto articolata e creata ad hoc dall’amministratore. In questi casi, dichiarare che la configurazione viene preservata e poi aggiungere dei file alla reinstallazione può essere pericoloso. A dirla tutta, mi stupisco del comportamento di default di rpm 🙂
@poni
non trovo l’opzione –force in dpkg o apt-get
@oracolo
rpm non considera come “modificati” i file di configurazione rimossi, ma solo quelli modificati rispetto all’originale. In effetti dpkg è più raffinato.
dpkg è un programma ormai datato con poche funzioni, ti consiglio di usare apt-get, o ancora meglio aptitude!
In pratica apt-get è un front-end di alto livello per dpkg.
@mighelone
è ovvio che uso apt-get o, meglio, synaptic, ma la differenza di comportamento tra rpm e dpkg/apt-get/synaptic/aptitude c’è in ogni caso.
A me gli rpm non piacciono. Eppure ho mosso i primi passi con la Mandriva…
Comunque tifo Debian & soci in tutto e per tutto.
Ma è solo una mia impressione, oppure molti si stanno staccando da Ubuntu, dopo l'”euforia iniziale”?
@Bl@aster
io sono passato da Fedora ad Ubuntu e mi trovo mooolto bene. Perché staccarsi da Ubuntu? Per andare dove?
@malex: in realtà sono io il sadico perverso che si frusta con cose parecchio più complicate.
Ad esempio nei miei tre hard drive ho Debian, Slackware (non usata) e Arch: il fatto è che, senza reputarmi un “duro” o cose del genere, ho semplicemente voluto scoprire in modo spesso diretto come funziona un sistema linux. Ho diciassette anni e credo che il mio bagaglio d’esperienza mi sarà utile da universitario.
@Bl@aster
Caspita, ci separano “solo” 29 anni! 😉
“solo”? Beh, qualcuno diceva “largo ai giovani”…. io lo prendo in parola e mi faccio largo da me 😎
Seguo il tuo blog da un po’: prima o poi ti intervisto 😀
Caro malex 🙂 … ho fatto un po’ di prove con fedora 8 e….
se continua cosi’ lascio fedora per un bel Domain/OS su di un un dn3500
dopo 10 anni sarebbe anche bello smettere di “lottare” -seppur pacificamente- con rpm, pkg, deb , qui quo qua e paperino!
uff 🙂
salutoni 🙂
@max_
ho dovuto cercare su wikipedia cosa diavolo fosse Domain/OS, l’avevo completamente dimenticato. 😉